Il 27 giugno la prima pagina della Bild, popolare quotidiano tedesco, era interamente scritta a mano: un modo per protestare contro l’invasione di computer e dispositivi mobili, che hanno allontanato milioni di persone dalla scrittura a mano: secondo una ricerca condotta in Gran Bretagna un adulto su tre, negli ultimi sei mesi, non ha impugnato una penna se non per firmare – si spera non con una X. Due terzi dei 2000 intervistati, inoltre, hanno dichiarato che la propria scrittura serve come promemoria personale e risulta incomprensibile agli altri; uno su quattro ricorre alle abbreviazioni e uno su sette si vergogna della propria calligrafia. Un sesto degli intervistati ritiene inutile l’insegnamento della scrittura manuale nelle scuole. Il rammarico per l’abbandono di penna e matita non è soltanto nostalgia dei tempi andati: la scrittura a mano attiva un terzo della massa cerebrale, facilita l’apprendimento nei bambini e rafforza la memoria negli adulti. Senza contarne il valore affettivo e la natura strettamente personale: i font digitali sono prodotti in serie mentre la calligrafia è sempre diversa. Secondo il pedagogista Franco Fabbroni, dell’Università di Bologna, “un testo scritto a mano contiene una riflessione. Un testo scritto al computer o con il telefonino, il più delle volte, assolve alla funzione […]
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